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Martedì 28 giugno

ore 9.00-10.30/11.00-12.30 - Lezione frontale
ore 14.00-15.30 - Workshop
ore 18.00-20.00 - Corso di conversazione:
"Parliamo russo, la cultura del linguaggio"

ore 20.30

Presentazione del libro "Sulla Transiberiana"
Sette fusi orari, 9200 km, sul treno leggendario da Mosca al mar del Giappone.
Interverrà l'autore Mario Buffa
In collaborazione con il Centro Russo Borodina, Mertano
Aula Magna, Istituto Marie Curie, piazza Mazzini 1, Merano

Un treno che attraversa una porzione di mondo vastissima, da Mosca a Vladivostok e che ospita passeggeri di tutti i tipi: dai turisti giapponesi ai contadini delle steppe Un mezzo che diventa quasi una casa dove le persone mangiano, dormono, giocano, chiacchierano, si divertono, piangono... Come compagni di viaggio altre persone contattate su internet; un'avventura fatta d'incontri, storia, cultura, politica e paesaggi indimenticabili fotografati dal finestrino

Un lungo viaggio da Mosca a Vladivostok sui treni della leggendaria ferrovia Transiberiana. Mauro Buffa, incuriosito da una descrizione idilliaca della Siberia tratta da Dostoevskij parte, con alcuni compagni di avventura contattati su internet, per andare a vedere cosa c'è oltre gli Urali.
Percorrerà più di 9200 chilometri attraverso sette fusi orari deviando dal tracciato della ferrovia per
raggiungere il lago Baikal e addentrarsi, su un traballante pulmino, nella steppa della remota Repubblica di Tuva ai confini con la Mongolia. Viaggiare su treni lenti, dagli spazi angusti, dormendo nelle cuccette corte e strette in vagoni affollati e mangiando il cibo comprato alle fermate dalle babushke si rivelerà un'esperienza densa di suggestioni letterarie, storiche e soprattutto umane.
Mentre le giornate scorrono pigramente a bordo del treno, sfilano sotto i suoi occhi le città siberiane sopravvissute alla distruzione della seconda guerra mondiale. Soste di pochi giorni o di poche ore che sono occasioni per entrare in contatto con affascinanti culture e tradizioni. Bellissime donne dagli occhi a mandorla, nostalgici del comunismo e sostenitori del nuovo ordine, un cuoco stagionale che ha trovato lavoro a seimila chilometri da casa e un ex combattente della sporca guerra di Cecenia. Tutti contenti di vivere in Siberia dove fino a venticinque gradi sottozero non è considerato freddo e solo oltre i quaranta i bambini non vanno a scuola. Giunto infine al mar del Giappone non gli resterà che tornare indietro riportando testimonianze, impressioni e colori di un viaggio nel cuore e nella periferia del più grande paese del mondo che ancora oggi rimane in gran parte sconosciuto.

Mauro Buffa è nato nel 1962 a Trento, dove attualmente vive. Si è laureato in giurisprudenza all'Università di Bologna. È un funzionario pubblico, ha lavorato come giornalista per la carta stampata, televisione e radio occupandosi principalmente di temi sociali, cinema e letteratura.
Ha insegnato Istituzioni di Diritto Pubblico e Legislazione Sociale nei corsi per assistenti sociali e educatori professionali. Appassionato cicloturista, ha compiuto vari viaggi in bicicletta in giro per l'Europa alla ricerca di emozioni sportive, storiche e letterarie privilegiando i percorsi lungo i fiumi come il Reno, il Danubio, la Drava e l'Adige.

«Più passa il tempo, più il treno assume una dimensione interna domestica, quasi intima. Ho steso
ad asciugare sul corrimano un paio di pantaloni e di calzini bagnati dalla pioggia a Mosca mentre ero in coda al mausoleo di Lenin. Una signora con i bigodini passa in ciabatte diretta al samovar».

«Sembra proprio la guerra di Piero la storia che racconta Orlan, il figlio del gestore del campo delle
yurte di Kyzul nella Repubblica di Tuva. Soldato di leva nell'esercito russo nella prima guerra cecena 1994-96, trascorse un anno al fronte. La sporca guerra avviata da Eltsin a seguito della dichiarazione di indipendenza dalla Federazione russa della Repubblica di Cecenia. Il Vietnam domestico dei russi. Quanto dista il Caucaso dai monti Saiani ai piedi dei quali si estende la Repubblica di Tuva? Migliaia di chilometri. Ma se le distanze si misurassero in termini di differenze
storiche, linguistiche e culturali, molto di più. Eltsin inviò 40.000 militari, Orlan era tra questi. Un ragazzo di una minoranza etnica al confine con la Mongolia, mandato a combattere contro i montanari del Caucaso, un'altra minoranza che non ha mai accettato il dominio russo. 7.500 non fecero ritorno. Ma la guerra causò anche 4.000 morti tra i combattenti ceceni e 35.000 tra i civili. Quasi la metà del milione di abitanti fuggì dalla martoriata regione. "Ho visto un ceceno appostato dietro un cespuglio e gli ho sparato - dice senza emozione - lui avrebbe fatto lo stesso. Sono contento di essermi salvato, ma mi è rimasto il rimorso di aver ucciso un uomo". È a questo punto, dopo queste poche parole che mi sovvengono i versi di De Andrè "E se gli sparo in fronte o nel cuore/soltanto il tempo avrà per morire/ ma il tempo a me resterà per vedere/ vedere gli occhi di un uomo che muore". Per il servizio militare in guerra, Orlan riceve oggi un vitalizio di 1.300 rubli al mese (circa 45 euro). "Ho rischiato la vita per niente" conclude».

 

Curiosità sulla Transiberiana

Con i suoi 9289 chilometri la ferrovia, che in Russia viene chiamata "La GranVia Siberiana", attraversa, in sette giorni e sette fusi orari, buona parte della Russia europea e l'intera Russia asiatica.
È interamante elettrificata e percorre 1777 chilometri in Europa e 7512 in Asia, passando per 88 città e superando 16 grandi fiumi con larghezze fino a due chilometri. È stata costruita fra il 1891 e il 1916.
Singolari anche le condizioni climatiche nel lungo inverno siberiano.Ad esempio nel tratto tra Mogocha e Skovordino, nell'Estremo Oriente russo, si toccano temperature fino a 62 gradi sotto zero. Date queste dimensioni titaniche si stenta a credere che i treni, sulla Transiberiana, viaggino a una media di 60 chilometri all'ora. Ancora adesso, la Transiberiana è di vitale importanza per le comunicazioni e il trasporto merci del più grande Paese del mondo.